etc. – et cetera
SORDITA’ – IPOACUSIA
<la sordità è la riduzione più o meno grave dell’udito>
(Dal vocabolario della lingua italiano N. Zingarelli)
"Surdus ac deinde mutus" (sordo e di conseguenza muto) scriveva G. F. D’Acquapendente, dottore in Filosofia e Medicina della seconda metà del 1500. Ed oggi? Com’è cambiata la concezione della sordità e delle sue conseguenze? Fenomeno complesso, non lineare, la Sordità rimanda necessariamente all’universo della relazione <essere umano – suono>. Non solo acustica ma psicoacustica, non solo fisica ma anche e soprattutto musica.
Sommario
> L’UDITO
> La COCLEA
> La Classificazione audiometrica
> La protesizzazione del bambino
> Impianto cocleare
> Articoli
L’UDITO è un sistema estremamente complesso.
< …
Un disordine di questa delicata e complessa struttura mette in discussione il naturale apprendimento del linguaggio alterandone o ritardandone le tappe, soprattutto se ciò avviene nei primi mesi o ancor di più se già presente alla nascita del bambino. Il deficit funzionale dell’organo dell’udito viene definito “ipoacusia” che si può presentare in forma e gravità diverse a seconda della porzione dell’organo interessata e dell’entità del danno. >>> leggi QUI
La COCLEA: scopri il cuore dell’orecchio interno, clicca QUI, e naviga nel sito di Renato Nobili (Università di Padova) sulla "biofisica della coclea".
Classificazione audiometrica dei deficit uditivi
Raccomandazioni biap 02/1 bis
I deficit uditivi sono nella maggior parte dei casi collegati ad una perdita della percezione dei suoni e in particolare della percezione della parola (speech). La lingua parlata (speech) è costituita sia da toni alti (acuti) che da toni bassi (gravi) di intensità acustica altamente variabile. Non può essere misurata secondo i criteri ordinari dei livelli acustici.
Dopo un bilancio clinico, la misura audiometrica può essere realizzata in condizioni acustiche soddisfacenti. Essa fa apparire una perdita in deciBel in rapporto al normale livello di udito (dB H.L.) con riferimento agli standards ISO. Una perdita tonale media è calcolata considerando la perdita in dB a queste frequenze: 500 Hz, 1000 Hz, 2000 Hz e 4000 Hz. Ogni frequenza non percepita è segnata a 120 dB di perdita. La loro somma viene divisa per quattro e arrotondata all’unità superiore.
In caso di sordità asimmetrica, il livello medio di perdita in dB è moltiplicato per 7 per l’orecchio migliore e per 3 per l’orecchio peggiore. La somma è divisa per 10.
1. Audizione normale o subnormale
Il deficit tonale medio non supera i 20 dB.
Si tratta di un leggero disordine tonale senza incidenza sociale.
2. Deficit uditivo lieve
La perdita tonale media è compresa tra 21 dB e 40 dB.
La parola è percepita a voce normale, è difficilmente percepita a voce bassa o lontana.
La maggior parte dei rumori familiari sono percepiti.
3. Deficit uditivo medio
Primo grado:
La perdita tonale media è compresa tra 41 dB e 55 dB.
Secondo grado:
La perdita tonale media è compresa tra 56 dB e 70 dB.
La parola é percepita se si alza la voce.
La persona comprende meglio guardando in faccia chi parla.
Alcuni rumori familiari sono ancora percepiti.
4. Deficit uditivo severo
Primo grado:
La perdita tonale media è compresa tra 71 dB e 80 dB.
Secondo grado:
La perdita tonale media è compresa tra 81 dB e 90 dB.
La parola é percepita a voce forte vicino all’orecchio.
I rumori forti sono percepiti.
5. Deficit uditivo profondo
Primo grado:
La perdita tonale media è compresa tra 91 dB e 100 dB.
Secondo grado:
La perdita tonale media è compresa tra 101 dB e 110 dB.
Terzo grado:
La perdita tonale media è compresa tra 111 dB e 119 dB.
Non c’è alcuna percezione della parola.
Solo i rumori molto potenti sono percepiti.
6. Deficit uditivo totale – Cofòsi
La perdita media è di 120 dB.
Nulla è percepito.
(1° maggio 1997, Lisbona )
(traduzione a cura di E. Rèpaci)
La protesizzazione del bambino con deficit uditivo
Raccomandazioni biap 06/8
Nel bambino piccolo, la maturazione delle vie e dei centri uditivi è subordinata a una stimolazione sonora precoce, adeguata e regolare.
Il BIAP raccomanda dunque :
– Che la diagnosi di sordità sia la più precoce possibile. Spesso può essere stabilita nel primo mese di vita. La protesizzazione deve essere realizzata successivamente senza ritardi.
– Che la protesizzazione risulti da una presa in carico multidisciplinare che coinvolga medici ORL, audiologi, audioprotesisti, ortofonisit o logopedisti, pedagogisti e psicologi.
Tutti quelli che intervengono devono avere acquisito, attraverso la formazione e l’esperienza, una competenza particolare in questo campo.
1. La protesizzazione del bambino è strettamente legata alla diagnosi
Davanti ad un sospetto di sordità, il bilancio audiologico deve essere il più completo possibile. Esso necessita dell’impiego di tests adatti all’età ed alle attitudini del bambino.
E’ indispensabile cercare la presenza di un handicap associato alla sordità e per questo c’è bisogno di un esame pediatrico, neuro-pediatrico o qualunque altro esame necessario alla diagnosi .
2. La protesizzazione del bambino necessita della decisione e della collaborazione dei genitori
I genitori devono essere informati molto accuratamente sugli apparecchi per la correzione uditiva, sulla necessità della protesizzazione e sul beneficio che il bambino ne potrà ricavare così come sui …. che sono legati ….. dell’apparecchio.
3. L’adattamento protesico
L’adattamento protesico deve essere normalmente binaurale e stereofonico, salvo controindicazione clinica. Messo a punto dopo la prima diagnosi, cambierà con l’età e i progressi delle capacità percettive del bambino.
4. La presa in carico ortofonica o logopedica
Sarà realizzata appena possibile dopo la diagnosi e così come l’adattamento protesico, proseguirà nel tempo adattandosi allo sviluppo del bambino. Questa presa in carico pluridisciplinare si farà in collaborazione stretta e permanente con la famiglia (raccomandazione biap CT 25-01 Guida dei Genitori 1-C)
5. Valutazione dell’efficacia della protesizzazione
Sarà valutata attraverso esami di audiometria infantile adatti all’età e alle attitudini del bambino, per la determinazione della dinamica uditiva residua disponibile per la comprensione della parola.
Quando possibile, sarà valutata con tests di audiometria vocale.
Infine, lo sviluppo del bambino, l’osservazione del suo comportamento, delle sue produzioni vocali, delle sue reazioni ai rumori ed alle stimolazioni le più diverse, della sua capacità di comprensione, della sua attitudine a comunicare, saranno elementi importanti di valutazione. Ciò necessita di un’osservazione permanente e attenta che possonno fare i genitori aiutati dall’équipe audiofonologica (raccomandazione biap 25-01 Guida dei Genitori 1-D)
6. Monitoraggio continuo
Il monitoraggio consiste nell’adattare continuamente la protesizzazione allo sviluppo del bambino ed alla valutazione audiometrica che via via diventa sempre più precisa.
L’accettazione delle protesi acustiche, la loro regolazione e la loro efficacia devono essere controllate sempre, così come le “chiocciole” che nel bambino necessitano di essere rifatte regolarmente.
La frequenza dei controlli audiometrici e delle caratteristiche elettro-acustiche degli apparecchi devono essere adattate all’evoluzione del deficit e delle competenze del bambino, alle richieste dei genitori e dell’équipe multidiciplinare. Un’attenzione particolare deve essere data ai rischi di una pressione acustica di uscita troppo elevata.
L’evoluzione uditiva, linguistica e intellettiva del bambino deve essere oggetto di una osservazione permanente da parte dell’équipe multidisciplinare e soprattutto dei genitori.
Il monitoraggio continuo medico ORL è ugualmente necessario almeno una volta all’anno, in particolare in presenza di rino-faringiti e otite siero-mucosa che inteferiscono con l’efficacia delle protesi. Ogni abbassamento di audizione necessita di una consulenza medica tempestiva.
7. Handicaps associati
Il bambino con handicap può presentare una capacità uditiva insufficiente. Considerato l’effetto potenzialmente negativo di una deficienza uditiva sullo sviluppo della comunicazione, è indispensabile controllare l’udito di tutti i bambini che presentano un handicap. Se viene rilevata una deficienza uditiva, la protesizzazione, seguita da una riabilitazione adatta, deve effettuarsi il prima possibile.
8. Impianti Cocleari
Nel corso del monitoraggio continuo del bambino con deficit uditivo, l’impianto cocleare può essere proposto se l’efficacia della protesizzazione e il beneficio ottenuto dal bambino sono insufficienti (raccomandazione biap CT 07-3 Impianti Cocleari).
(Montepellier, Mai 2000)
(traduzione a cura di E. Rèpaci)
Impianto cocleare – sito della F.D.A. – Food and Drug Administration, l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimenntari e farmaceutici.
Benefici e rischi (in italiano)
Quello che gli educatori hanno bisogno di sapere (in italiano)
Impianti Cocleari – a cura di Domenico Cuda – Quaderni monografici A.O.O.I. 2008 / Associazione Otorinolaringologi Ospedalieri Italiani, QUI
Lo Screening Universale dei neonati: la promessa e la realtà – articolo di D. Luterman, 2000, ed altro sulle pubblicazioni di D. Luterman, clicca QUI
“Scoprire i mutevoli paesaggi sonori con gli apparecchi di 6° generazione” in Suono & Vita n.19/2010 – Martina Gerosa, QUI pdf 1, QUI pdf 2
L’impianto cocleare da adulto – un’esperienza QUI
A. Pietrini, marzo 2011 "Tecniche, trucchi e strategie per imparare a sfruttare al meglio l’impianto cocleare nell’età adulta" QUI