IL RECUPERO DEI BAMBINI SORDI

Michael E. Glasscock, III

Il Pensiero Scientifico Editore, Roma 1977
ed. italiana a cura del Prof. Michele Arslan
e della d.ssa Alessandra Speirs

titolo originale: Sensorineural Hearing Loss in Children: Early Detection and Intervention, 1975, Otolaryngologic Clinics of North America, 8:1, 1975

INTRODUZIONE di Michael Glasscock
< Nei tempi passati, gli individui nati con una grave perdita dell’udito crescevano in un mondo strano e silenzioso. Poichè mancava loro la parola, rimasero in un isolamento quasi totale. Qualunque fosse la loro innata intelligenza o abilità, questi uomini e donne non potevano pretendere che una realizzazione limitata del loro potenziale psichico e intellettuale. Segregati, ridicolizzati, per questi soggetti considerati <sordomuti> le possibilità di competere nel mondo di coloro che udivano erano praticamente inesistenti.
Come qualsiasi altro gruppo di minorati, questi individui tendevano a restare con i <propri simili> ed a comunicare fra di loro con il linguaggio dei segni. Col passare degli anni, il linguaggio dei gesti e delle dita divenne più sofisticato e poterono ottenere un’istruzione formale. Sempre isolati, iniziava il lento processo di integrazione nella società. Alcuni ci riuscivano in modo eccezionale ma per la maggior parte era impossibile superare l’ostacolo della mancanza della parola. Con poche eccezioni, la persona profondamente sorda si trovò nella posizione di svolgere lavori servili per mantenere sè e la sua famiglia.
E’ solo negli ultimi cento anni che si è fatto qualche serio sforzo per insegnare ai sordi a parlare. Alexander Graham Bell e un piccolo numero di istruttori che si dedicavano ai sordi furono i primi a tentare tale rieducazione. Diedero grande enfasi alla lettura delle labbra e insegnarono la comunicazione orale a molti sordi. Sebbene il loro successo fosse indiscutibile, la qualità di voce raggiunta da questi individui era monotona e scialba. La gente incontrava molta difficoltà a capire quello che dicevano, ed in molte occasioni questo dava luogo a frustrazione ed imbarazzo. Coloro che poterono ottenere un’istruzione lo fecero nell’ambito delle "Scuole per sordi". Avevano poca scelta. L’intero sistema dell’istruzione dei sordi è stato dunque costruito sul linguaggio a segni e su un addestramento orale limitato. La stragrande maggioranza degli istruttori dei sordi aderisce ancora a questo metodo di < comunicazione gestuale totale >.
Alla luce delle nuove metodiche pionieristiche sviluppatesi negli ultimi cinque-dieci anni, questo intero sistema di istruzione dei sordi sta diventando antiquato. L’istituto per i sordi potrà divenire una cosa del passato. Con l’avvento di attrezzature audiologiche molto sofisticate, è risultato chiaro che pochi sordi sono affetti fin dalla nascita da sordità totale. La maggior parte possiede qualche traccia di udito. Negli ultimi anni la tecnologia delle protesi ha fatto poi dei progressi eccezionali. La qualità di amplificazione dei suoni è ottima e il livello di pressione sonora sviluppato da questi strumenti è notevole. Inoltre, certi progetti pilota hanno ora dimostrato che un esame accurato per perdita di udito si può effettuare fin dall’età di sette mesi.
La realizzazione di questi tre fattori ha portato un piccolo gruppo di istruttori dei sordi in un nuovo campo di attività eccitanti, e ricco di soddisfazioni morali, – il poter cioè insegnare ai sordi a udire e a parlare. Queste persone hanno dimostrato in modo deciso che un bambino la cui perdita di udito si identifica entro l’età di due anni ed a cui viene fornita la protesi bilaterale, può imparare a parlare. Questi bambini parlano con la stessa inflessione e qualità tonale di altri bambini che hanno l’udito normale. La protesi diventa parte della loro <anatomia>. Non si tolgono le protesi perchè queste rappresentano il loro legame con il mondo circostante. I loro genitori sono stati istruiti a parlare liberamente con loro e ad introdurre nella loro vita la maggior varietà di suoni possibili. Quando raggiungono l’età scolare stanno insieme a bambini con udito normale. Si spera che possano continuare nelle scuole superiori e nelle Università per poi diventare membri attivi e produttivi della società.
In passato, una tempestiva identificazione di una perdita dell’udito nei bambini non era ritenuta molto importante. Ma alla luce di questi sviluppi recenti appare estremamente importante identificare la situazione uditiva precoce di questi bambini. Come otolaringologi è essenziale che facciamo uno sforzo comune di identificare la perdita dell’udito nei bambini prima dell’età di due anni e che ci teniamo al corrente di tutti i programmi disponibili nei nostri Istituti per un addestramento speciale. Lo scopo di questa monografia edita dalle "Cliniche Otolaringologiche del Nord America" è di informare l’otolaringologo di questi nuovi concetti dell’istruzione dei sordi e di stimolarlo a svolgere un ruolo più attivo in questa battaglia di aiuto sociale.>