FRANCESCO NAPOLI
é nato a Roma nel 1982 con una sordità profonda neurosensoriale bilaterale.
I suoi genitori si sono avvalsi del Metodo della DR. Zora Drezancic per aiutarlo
nella comunicazione orale e scritta che lui ha pienamente sviluppato.
Alla Professoressa Drezancic, Francesco è molto grato. Dice Francesco: < Ringrazio i miei genitori, Zora, Luciana, Consuelo "Chicco", Simonetta, Anna, agli audioprotesisti della Amplifon e della Linear, i genitori e i figli che hanno lottato con me e che continueranno ancora. >
Francesco attualmente vive a Roma con il padre Vincenzo, il fratello Mirko e un cagnolino di nome Léon. Lavora come Geometra. E’appassionato di Fotografia e pubblica le sue “opere” su Flickr con il nickname di "Sid BlackLizard". Ama molto viaggiare e leggere. Il suo scrittore preferito è Jack Kerouac da cui è rimasto affascinato leggendo “On the road” e “I vagabondi del dharma”.
Ascolta musica rock come quella dei Led Zeppelin, dei Pink Floyd, dei Doors e di altri ancora.
Crede che De Andrè sia il miglior cantautore italiano senza dimenticarsi di Francesco Guccini.
Nell’ambito religioso è ateo ma alla domanda su chi era Gesù, risponde che era un rivoluzionario.
Crede nell’amore.
Ha cominciato a scrivere poesie nel 2002 durante le lezioni di un corso e non ha mai smesso di scriverne.
Le ha pubblicate dopo che i genitori ne erano rimasti affascinati. Ad oggi sono edite due raccolte delle sue poesie:
“Vorrei soltanto sapere perché” – Poesie, Libro Italiano, 2004
“Polvere” – Casa Editrice ISMECA, Collana OMERO, 2008
Francesco Napoli, all’Auditorium San Fedele a Milano, l’11 ottobre 2008, nella serata “Onde, non solo parole”, ha presentato tre poesie tratte dalla nuova raccolta “Polvere”, ed. ISMECA 2008
RACHEL (TU, CIELO PIENO D’ANIME)
TU, CIELO PIENO D’ANIME,
ACCOGLI UN’ALTRA VITTIMA
UCCISA NELLA STESSA TERRA
DELL’UOMO DALLA CROCE SPINATA.
NON Vi SONO CROCI,
SOLO BOMBE, FALCHI Di FERRO,
SANGUE Di FRESCA VITA.
HANNO DILANIATO RACHEL.
SENZA PIETA’
E’MORTA, ANALOGIA DEL PASSATO,
UOMO CROCIFISSO, DONNA SCHIACCIATA,
ENTRAMBI PER L’AMORE E PER LA PACE.
LA STORIA SI RIPETE.
NUDANUDA, NEL LETTO DELLE PASSIONI, TI DESIDERO
FOLLIA Di UNA FREDDA NOTTE, TI VOGLIO,
I TUOI SOSPIRI, ANIMA PER IL MIO CUORE
TRACCE Di TUO PROFUMO, SEGNI Di RICORDO.
PELLE CHIARA, Di SOLE BRILLI VIVA
SOGNO DEI SOGNI Di NOTTI INSONNI,
MIA PER UNA NOTTE, SOLO MIA
IN UN LAGO Di PASSIONE Mi AFFOGHI.
NUDA, GUARDARTI PER AMMIRARTI
LA FORMA Di UN SOGNO, IO VOGLIO VEDERE,
DAI TUOI OCCHI Di MIELE AI TUOI CAPELLI D’ORO
MIA, TI VOGLIO, PER UNA NOTTE VIVERE.
SONO L’UOMO Di CRISTALLO
SONO L’UOMO Di CRISTALLO,
FRAGILE COME I SENTIMENTI
CHE STRUGGONO IL MIO CUORE.
INVISIBILE
O COME IL MIO ESSERE POCO OSSERVATO
O COME LA MIA FORTE SOLITUDINE.
CHIARO COME I MIEI PENSIERI
CHE SI RICONOSCONO DALL’INFINITO ORIZZONTE.
SONO UN UOMO,
NON COLORATO, CUPO, ALLEGRO, INDECISO E SPENSIERATO.
RIEMPITEMI Di VOI.
Ed ecco un’altra delle sue poesie dedicata al nonno "vecchio grande amico d’infanzia"
Scusa nonno
vecchio grande amico d’infanzia,
il tempo cancella i ricordi
la rabbia dimentica il bello di noi,
tu, andato via per sempre
io, solo.
Ma il passato non muore mai.
Scendono gocce di mancanza
riaffiorano ricordi.
Ti ho dimenticato, scusa.
Dimmi qual’ è la tua stella
cosi posso vederti e ricominciare
a rivivere l’infanzia che ho avuto
tra le braccia del tuo caldo affetto.
Francesco Napoli – "Polvere"
Ed. ISMECA 2008
(Fotografia di Babbo)
da www.flickr.com Sid BlackLizard
Diceva Suor Piera Cori della Congregazione di Gesù Buon Pastore, zia di Francesco e con il gusto del canto innato, in un’intervista a cura di Angela Petitti (in questo sito QUI):
< Ho un nipotino audioleso che ormai ha 16 anni, si chiama Francesco e i suoi genitori si sono rifiutati di insegnargli il metodo gestuale, perché avrebbe potuto comunicare solo con chi imparava il suo linguaggio. Allora, a fatica, hanno insegnato a Francesco a parlare. A fatica, perché mio nipote ha una sordità profonda. Ma lui parla, va a scuola, frequenta il terzo geometra, va dagli scout, ha delle amicizie, fa insomma una vita normale. Riflettevo su questo e mi veniva in mente il brano di Isaia, che dice: quando il Messia verrà traccerà una strada che sarà chiamata via santa e su di essa cammineranno gli zoppi, i ciechi e griderà di gioia la lingua del muto. Mio nipote grida di gioia, perché c’è una famiglia, un padre e una madre che hanno creduto, hanno lottato insieme a lui, e hanno reso possibile, attuale questa Parola: questo è il miracolo di Dio affidato alle nostre mani. Allora la sofferenza può essere un segno di vittoria, faticoso, difficile, ma nella misura in cui ha attorno gente che vuole vincere insieme, anche quando ci sono i segni della morte intorno, anche quando sembra che tutto sia finito, diventa anche un segno di speranza, se insieme si continua a sperare e se in tutto c’è il senso dell’amore che dà calore. Allora si può danzare la vita e cantarla con verità.>