Semplicemente Luca

Dunque… sono nato nel lontano 1986 in aprile, stesso anno e mese in cui è saltato il reattore n. 4 a Chernobyl… si  nota che sono fortunato eh?… e già dal mio primo secondo di vita sono iniziati i miei problemi. Questi erano legati alla respirazione difficile e che non era regolare. Per colpa di questi problemi ho subito undici (11) operazioni: potrei entrare nel guinnes dei primati!. Comunque non è per questa ragione che scrivo, è per ben altro. Sin da piccolo ho manifestato problemi nel sentire i rumori, le parole, tutto in pratica.
Alla fatidica età di 3 anni mi hanno sottoposto a  una visita audiometrica.

E li è arrivata la notizia shock per i miei genitori:

Sordità grave bilaterale

Che brutta parola eh?
Eppure con questo problema ci devo convivere, anzi da qualche tempo lo considero un DIFETTO, nulla di più nulla di meno.

Dal momento della scoperta della sordità, i miei genitori si sono attivati per farmi sentire – udire bene. All’Ospedale dove si erano rivolti era stato proposto l’impianto cocleare ma i miei genitori, fortunatamente, si sono opposti.
E così si sono rivolti ad un altro centro.  Nei primi anni ho portato le protesi acustiche retroauricolari, brutte e scomode. Ma soprattutto visibili.
E qui è cominciato un altro dramma: i compagni di scuola. Prese in giro e offese era quello che ricevevo e io mi chiudevo in me stesso. Non li sopportavo. Non riuscivo a comprendere il perchè dei loro gesti, delle loro parole.
In quel periodo ho cominciato a frequentare una logopedista, Luciana, che mi ha aiutato nel leggere e scrivere. Lei mi ha dato un quaderno, dove una volta a casa dovevo scrivere le parole che avevo sentito e ripeterle ad alta voce. Un esercizio molto utile. Non la ringrazierò mai abbastanza.
Grazie ai miei genitori e a lei, mi esprimo correttamente, cosi tanto che alcuni faticano a credere alla mia sordità.
Per la cronaca, quando ero in seconda elementare, mi hanno mandato a leggere un brano di un libro, in una classe quinta.
E’ stata una soddisfazione!
Una delle poche.
Non avevo amici (!), così coltivavo la passione per il disegno e la lettura.

Poi dal periodo delle medie/superiori è stata un’esperienza negativa dietro l’altra.
I professori dicevano che mi chiudevo in me, ero poco aperto agli altri, e questo è vero, ma neanche loro si sono sforzati più di tanto.
Io mi arrabbiavo, perchè volevo che mi accettassero per quello che ero e non per quello che sarei dovuto essere.
Mi è stato spiegato che a quell’ età, tra i 15 e i 20 anni, è il periodo peggiore, dove i ragazzi non pensano e non vogliono interessarsi di questi problemi.
Li ignorano.
Comunque, nonostante questo, ho concluso il liceo artistico, seppur nell’indifferenza di molti miei compagni di classe.  Ma neanche i professori hanno capito mai realmente le mie esigenze. E anche spiegarglielo sarebbe stato inutile.
Solo chi soffre e ha sofferto può comprendere.

Ma prima che prendessi il diploma, un altro dramma mi ha colpito. La morte di mia madre. A causa di un cancro ai polmoni. Volevo mollare tutto. Ma grazie a delle persone che mi sono state vicino  sono andato avanti e ho preso il diploma, come mia madre avrebbe voluto.

Finito il periodo scolastico, ho frequentato la scuola di informatica. Qui per la prima volta mi sono sentito parte integrante di un gruppo. Un gruppo eterogeneo. Sapevano della mia sordità, ma non  me l’hanno mai fatto pesare. Ero uno di loro. Ero semplicemente Luca, non il ragazzo disabile. Nel corso degli studi ho fatto uno stage presso  un ufficio di grafica. Un’ottima esperienza e dopo aver preso l’attestato di Industrial Designer, ho cominciato a cercare lavoro che ancora non ho trovato.
Poi un giorno, l’anno scorso, ho conosciuto Chiara, una ragazza che come me porta gli apparecchi acustici. Ed è cominciata una nuova esperienza ed un nuovo interesse. Lei mi ha fatto conoscere il gruppo teatrale del progetto Onde perchè lei stessa recita nel ruolo di Penny. Io non avevo mai pensato all’esperienza del teatro ma seguendo le loro prove ho capito che la recitazione mi interessa più di quanto volessi credere. Poter assumere un’altra identità, fingere di essere un’ altra persona. Cosi, mi sono avvicinato al gruppo.  Purtroppo sono arrivato tardi e non potevo inserirmi: era quasi pronto lo spettacolo. Che a mio avviso è stato stupendo (perdonatemi… faccio un po’ di pubblicità occulta!). Ma ho seguito parecchie delle loro prove. Nel gruppo ci sono alcuni ragazzi con sordità che, grazie anche alle loro abilità di comunicazione, possono considerarsi persone al pari di altri. Perchè è questo che siamo. Persone normali, né più né meno. Oltre a loro ho conosciuto i due fondatori del teatro Elidan, Daniele Braiucca, il regista e Elisa Renaldin. Inoltre grazie a Enrica, la psicologa, sono venuto a conoscenza del sito “Arcipelago sordità” e così ho pensato di raccontare anch’io la mia esperienza e, a settembre, credo proprio che mi iscriverò al corso di teatro!
Con questo gruppo mi sento a mio agio. Con loro riesco a dialogare senza problemi e non solo perchè condividono questo difetto. No. Sono persone simpatiche con cui si passa il tempo volentieri. Posso dire che grazie anche a queste esperienze che sto crescendo, anche se del “vecchio Luca”, quello molto timido che parla poco, c’è ancora un po’. Ma poco davvero.
Inoltre da qualche settimana frequento una palestra vicina al mio paese. E’ un’ ottima possibilità,  che ti permette di allenare il fisico, facendolo diventare più forte e resistente, e che inoltre ti fa fare la conoscenza  di altre persone. Alcune di loro sanno che  porto le protesi (e tra l’altro, ormai da anni, non porto più i vecchi apparecchi retro ma quelli endoauricolari personalizzati) ma nonostante questo mi trattano come un essere umano.
Ed è cosi che voglio essere trattato.
Perchè una cosa che esigo assolutamente è il RISPETTO.
Di norma sono un ragazzo simpatico e se mi trovo a mio agio in una determinata situazione, cerco di esternare il meglio di me. E ce la posso fare. Ne sono convinto. Concludo col dire che forse questo mio difetto mi ha aiutato a capire molte cose della vita. A vederle sotto un altro aspetto.
Ma non voglio stancarvi con le mie riflessioni filosofiche!… sono noiose lo so!.
Detto questo… Ringrazio ancora  Enrica (la dott.ssa Rèpaci) che mi ha permesso di trasmettere la mia esperienza per farla conoscere ad altri, sperando che altri possano capire. 
                                                                       

SEMPLICEMENTE LUCA

Marzo 2008