La testimonianza di Nino Di Salvatore, al 1° Convegno Provinciale dell’Associazione Famiglie Audiolesi – AFA Como – 16 settembre 1984, Como: "La Comunicazione".
Nino Di Salvatore, (Verbania 1924 – Milano 2001 ), è stato
Fondatore e Direttore della Scuola Politecnica di Design (Milano), SPD – 1954,
la prima Scuola in Italia per il Design e la Comunicazione. Come pittore e scultore, ha affascinato e ha riunito artisti, designer, professionisti e studenti provenienti da tutti e cinque i continenti diversi. Bruno Munari, Gio Ponti, Max Huber, Pino Tovaglia, Isao Hosoe hanno insegnato a SPD. Gli ospiti della scuola includono Achille Castiglioni, Rodolfo Bonetto, Roberto Sambonet, Donald Norman e Pomodoro. Medaglia d’Oro della X^ Triennale di Milano. Ha ricevuto l’Attestato di Benemerenza dal Comune di Milano nel 1982.
Breve biografia
Nino Di Salvatore ha frequentato il liceo artistico. Compie le sue prime ricerche sulla geometria nel 1945 e nel 1946 approfondisce gli studi sul colore, sulla forma. Compie viaggi in italia e all’estero. Nel 1947 esegue le prime opere inoggettive. Partecipa nel 1948 al MAC, "movimento arte concreta" di Milano e inizia gli studi della Gestalt Psychologie sul testo di David Katz, attraverso il quale individua lo strumento per evitare il rischio della ripetizione di moduli. Scrive e pubblica "Il problema spazio" in cui, per la prima volta in Italia, la gestalt è proposta come struttura psico-percettiva delle arti: "idea del bello concreto". Nel 1951 espone alla Galleria d’Arte Moderna di Roma nella mostra "Arte astratta e concreta in Italia"; al V° "salon des realités nouvelles, Parigi; e nel 1952 espone una personale alla Galleria Bergamini di disegni per tessuti, ora al museo d’Arte Moderna di New York. Partecipa alla rassegna del MAC al Museo d’Arte Moderna di San Paolo, Brasile, con strutture ovoidali e sferiche, formate da tondini di ferro variamente colorati il cui cinetismo è ottenuto con un motorino elettrico; nel 1954 alla Triennale di Milano con "Forme e Spazio" . A Novara fonda il "Centro Studi Arte-Industria" che diventerà Scuola di designer, primo istituto in Italia didatticamente caratterizzato dai principi della gestalt psychologie. Nel 1956 presenta due mostre a Kyoto e Tokyo e nel 1957 è invitato da Michel Seuphor a "50 ans de peinture abstraite". E’ presente alla Xl triennale di Milano. Dal 1958 è socio onorario dell’Associazione Disegno Industriale e pubblica in Italia il primo testo organico sul design "Rapporti arte-industria. Del 1966 è l’ideazione di due film "Archetipo oggettivo 1966" e "Commento a punto, linea e superficie di Kandinsky" . Nel 1970 inizia la stesura del libro "Teoria dello spazio" nel quale esamina i rapporti tra fisiologia e neurofisiologia della percezione e lo spazio psico-percettivo, l’arte e il design. Prosegue la sua attività di uomo di cultura, di insegnante e artista, esponendo le sue opere in mostre personali e di gruppo in musei, spazi pubblici e privati, tra cui: dal 1982 le rassegne promosse da Arte Struktura; 1986 XLII Biennale, Venezia; 1990 Galleria La Polena, Genova; 1994 Museo Villa Croce, Genova .
tratta dal sito: http://lightforyou.it/struktura/DiSalvatore.htm
LA TESTIMONIANZA
Per la fede e la speranza, che sempre mi hanno aiutato nei giorni ricorrenti della sofferenza, io, che sento molto poco da mezzo secolo, sono qui per recarvi testimonianza e dare certezza ai molti Signori Genitori, ai nobilissimi educatori ed alle autorità oggi riuniti in questo Convegno indetto dall’Associazione Famiglie Audiolesi di Como, Associazione più che necessaria, nobilissima e provvidenziale.
Io, che allora giovinetto da altri come loro ho ricevuto bene su bene ed aiuto dopo aiuto, so valutare forse meglio di altri quanto sia indispensabile e provvida la loro azione per i bambini audiolesi. Per il tanto bene che io ho da loro ricevuto, adesso ho la certezza che la mano di Dio è sul loro capo. Vi scongiuro di continuare, di non arrendervi mai alle difficoltà, di attuare sempre migliori metodi, tecniche didattiche, programmi di studio, ricerche e scoperte in ogni campo (dalle scienze psicologiche alla tecnologia, dalla cultura all’elettronica) che sia suscettibile di aiuto. In particolare, quando io parlo di aiuto, intendo soprattutto fornire al bambino armi capaci di fargli superare con le sue sole forze il dolore e le limitazioni dell’handicap nel senso che esso non sia più causa di complessi di inferiorità di fronte agli udenti, in un primo tempo, e poste queste premesse, l’handicap si trasformi in maggiore ricchezza della mente, in ricchezza interiore, in ricchezza creativa. Noi sappiamo che ogni individuo ha in sè potenziali molto forti sia in estensione nel tempo che in profondità psichiche che però sono utilizzate soltanto in minima parte.
Io sono qui a testimoniare che quel processo di sofferenza e limitazione è facilmente reversibile, nel senso che ad un certo momento della sua vita non sarà più l’handicappato che riceverà l’aiuto ma sarà egli stesso che lo donerà. Noi dobbiamo intenderci bene. La sofferenza della solitudine che tutti i bambini audiolesi conoscono (ma andiamoci piano: credete che gli udenti siano tutti felici?), chiusi dal muro del silenzio, o vivendo in ansia, non capendo perfettamente, è in realtà la situazione più propizia all’interiorizzazione dei rapporti umani, sociali, delle cose e degli avvenimenti. Si ricordi che la superiore capacità di interiorizzazione è la forza dell’audioleso. E questa forza deve essere sempre accresciuta, con tutti i processi e tutti i mezzi, avendo per obiettivo primario l’educazione della mente e dello spirito a comprendere ed amare i valori umani e soprannaturali. Il piccolo cuore diventi grande. Le virtù umane come il coraggio, la fierezza, la dignità, la capacità di resistere al dolore psichico, la generosità ed altre virtù ancora che Voi conoscete meglio di me, devono sempre essere insegnate, incoraggiate, riconosciute e premiate. L’istruzione professionale verrà in seguito. Sarebbe assai meglio, io credo, che non solo i bambini con handicap, ma anche i normoudenti frequentassero qualche anno di scuola di etica o di educazione, per apprendere almeno un linguaggio civile e poi iniziare una scuola normale. Crescendo, come io l’intendo, il bambino audioleso divenuto adulto sarà pronto e capace di contribuire, con tutte le sue forze e capacità, al bene comune. Da questo momento non saprà più cosa sia il complesso di inferiorità. E’ da questo felice momento che nasceranno uomini e donne nuovi. Se sono riuscito a creare dal nulla, da solo, una Scuola a livello universitario che oggi conta 220 studenti provenienti da tutto il mondo, dal Giappone agli Stati Uniti, dal Canadà alla Germania, allo Zambia … con 30 professori in gran parte facenti parte delle nostre Università, una Scuola, in breve, che compie tanto immenso bene da trent’anni, lo devo alle forze che Dio e gli uomini buoni mi hanno donato quando, giovinetto, crescevo nel tormento ansioso dell’oggi e del domani. In questa mia Scuola, che ancora adesso io dirigo, insegno una materia nuova, bellissima: "Scienza della visione". Perchè? Forse perchè, non udendo bene, le mie energie si sono focalizzate nel senso della vista? Per una compensazione, per vivere la vita del mondo? Mi ricordo che, crescendo, avevo 14/15 anni, mi accorsi di una preferenza per il disegno, per le arti, per la creatività. Interiorizzare le immagini anzichè i suoni. Continuando sempre il processo della vita interiore che dissi prima, esso è divenuto vita creativa della mente e dello spirito. Procedendo quindi oltre l’insegnante professionista, adesso, ancora da trent’anni, insegno ai giovani a dare la vita alle cose morte. Ecco quindi concluderei così la mia umana avventura: quella benedetta solitudine, quel benedetto silenzio erano – veramente – la condizione necessaria e feconda perchè si compisse un umano destino.
"La gloria di Colui che tutto move
per l’universo penetra e risplende
da una parte più e meno altrove."