Eugene D. Mindel e McCay Vernon
Introduzione di Roy R. Grinker, Sr.
CRESCONO NEL SILENZIO – Il bambino sordo e la sua famiglia
Stampato dalla tipografia dell’E.N.S., Roma 1973
Titolo originale
THEY GROW IN SILENCE – the Deaf Child and His Family
National Association of the Deaf, Silver Spring, Maryland, 1972
< Sono grata a Cesare Magarotto (figlio di Antonio Magarotto, il papà dei sordomuti) Segretario Nazionale dell’E.N.S. quando negli anni ’80, in occasione di una mia visita all’E.N.S. di Roma, sapendo della mia formazione universitaria in Psicologia, volle regalarmi questo libro scritto da uno specialista di psichiatria infantile e da uno psicologo, incoraggiandomi a studiare ed approfondire gli aspetti psicologici della sordità. > Enrica Repaci
Gli autori di questo libro, Eugene D. Mindel e McCay Vernon, si conobbero nel 1966 mentre era in fase di studio un progetto di ricerca, il Progetto per i Sordi, al Michael Reese Hospital ed il dr. Vernon ne era stato chiamato a dirigere la programmazione diventandone in seguito Direttore. La loro collaborazione professionale ha raggiunto i più alti livelli. Questo volume rappresenta il rapporto dettagliato e appassionato degli autori sul bambino sordo e sulla sua famiglia. Le innumerevoli ore di discussione e riflessione che hanno preceduto l’esposizione dei fatti, portava sempre alla conclusione che, per illustrare l’intera materia della sordità, l’unico sistema valido era quello di riunirla tutta in un libro. "Crescono nel silenzio" presenta a tutti quelli che si interessano dei bambini sordi, ai loro genitori e agli adulti sordi, un lavoro di due anni. Al contrario dei lavori precedenti, questo è alieno dalle false promesse e speranze che finora hanno ostacolato gli sforzi rieducativi a favore dei bambini sordi. Avendo definito il problema nei suoi termini reali, sta ora ai genitori ed ai professionisti interessati, apportare quei cambiamenti di cui c’è urgente bisogno. Scritto in uno stile leggibile, il libro contiene le più recenti e provate informazioni psicologiche relative alla sordità.
Dopo la Prefazione, con la descrizione introduttiva del progetto al quale hanno collaborato gli autori, il primo capitolo descrive la vita della persona sorda così com’è vista dall’udente. E’ un rapporto filosofico che ha lo scopo di scoprire l’origine dei pregiudizi degli udenti che in gran parte si muovono intorno ad un’idea centrale: <un sordo che non ha la capacità di parlare è, in pratica, senza risorse>. Il capitolo tratta inoltre del problema di una società negligente e indifferente ai problemi dei minorati.
Il secondo capitolo accompagna il lettore in un cammino psicologico attraverso il periodo precedente e successivo alla scoperta della sordità del bambino da parte della famiglia. Gli autori tracciano un quadro completo delle reazioni dei genitori. Essi dimostrano che i progressi del futuro adattamento del bambino si otterrano solo attraverso l’assorbimento e la risoluzione dell’angoscia dei genitori ma anche che i professionisti hanno un ruolo determinante nell’accoglienza, guida, supporto alla famiglia,poichè entrambi devono cooperare nell’interesse del bambino.
Nel terzo capitolo vengono esaminate le cause della sordità e, nel quarto capitolo, i sistemi di misurazione dell’udito. Nel quinto capitolo viene affrontato lo sviluppo sociale, educativo, linguistico del bambino e nel sesto capitolo le metodologie educative, fra Oralismo puro e comunicazione totale.
Nel settimo ed ultimo capitolo gli Autori presentano i Risultati dell’istruzione tradizionale e dei programmi di rieducazione e studi psicologici mai riportati prima. Per gli Autori, <non esiste una relazione diretta tra perdita di udito e intelligenza. La sordità non imp0lica necessariamente la menomazione dello sviluppo intellettivo. L’associazione della perdita di udito con la "stupidità", da parte di profani e di qualche professionista, è nei fatti priva di fondamento. Questo grave errore si basa sia sull’idea sbagliata che la mancanza di parola dimostri delle immature capacità intellettive, sia sulla debole asserzione che gli errori dei sordi e dei sordastri nella scrittura si riflettono negativamente sulla loro intelligenza. Tali errori riflettono solamente l’assenza di un’adeguata capacità di apprendere il linguaggio attraverso l’udito. Un altro e, forse più sottile errato convincimento, è che i sordi e i sordastri abbiano minore facoltà di astrazione. Le ricerche sul rapporto tra il linguaggio e la facoltà di astrazione (vedi Hans G. Furth ed altri), dimostrano chiaramente che la capacità di astrazione non differisce affatto tra sordi e udenti. E questo punto risulta chiaramente dimostrato dal gran numero di matematici sordi. (pag. 129)>
Eugene David Mindel, psichiatra infantile, ha condotto una ricerca triennale sui bambini sordi e le loro famiglie, attivamente impegnato come consulente dei programmi dedicati sia ai bambini sordi, sia a quelli affetti da problemi visivi e da una grande varietà di turbe fisiche e caratteriali. Direttore di una grande Clinica Psichiatrica infantile, Mindel ha avuto modo di studiare i problemi dei bambini sordi e dei loro genitori attraverso una vasta e personale esperienza.
McCay Vernon, psicologo di fama internazionale, come scrittore, documentarista e ricercatore sugli aspetti psicologici della sordità e della sordo-cecità. Il suo matrimonio con una donna sorda ed i suoi anni di esperienza come insegnante, come clinico e membro della comunità dei sordi, hanno dato una particolare profondità a tutto il suolavoro. Vernon è stato Editor degli "American Annals of the Deaf" per venti anni; autore di sei libri ed oltre 270 articoli, e collaboratore del Michael Reese Hospital nella ricerca su sordità e malattie mentali. Il lavoro del Dr. Vernon ha contribuito a migliorare i programmi per
bambini sordi in tutto il mondo. Attualmente è presidente del Comitato consultivo dell’Accademia Nazionale Sordi, professore emerito di psicologia presso il McDaniel College, e psychologist nel suo studio privato.