EVELYN GLENNIE
Evelyn Glennie è la prima persona nella storia della musica con una carriera di successo a tempo pieno come percussionista solista. Tra i musicisti più eclettici e innovativi sulla scena oggi, è costantemente impegnata a ridefinire gli obiettivi e le aspettative delle percussioni, con la creazione di spettacoli di vitalità tale che costituiscono quasi un nuovo tipo di performance.
"Per me la mia sordità non è più importante del fatto che sono una donna con gli occhi marroni."
(Evelyn Glennie)
Saggio sull’udito – di Evelyn Glennie
< La musica rappresenta la vita. Un particolare pezzo di musica può descrivere una reale, finta o astratta scena di quasi tutte le aree dell’esperienza umana o dell’immaginazione. E’ compito del musicista fare un quadro che trasmetta al pubblico la scena che il compositore sta cercando di descrivere. Io spero che il pubblico sarà stimolato da quello che dico (attraverso il linguaggio della musica) e che lasci la sala del concerto col sentimento di essersi piacevolmente divertito. Se il pubblico invece continua a chiedersi soltanto come una musicista sorda possa suonare le percussioni, allora avrei fallito come musicista. Per questa ragione la mia sordità non è menzionata in nessuna delle informazioni fornite dal mio ufficio stampa o dai promotori dei concerti. Sfortunatamente la mia sordità fa notizia. Ho imparato fin dalla mia infanzia che se rifiuto di parlare della mia sordità con i media, loro si inventeranno qualcosa su questo. Diverse centinaia di articoli e recensioni su di me, ammontano ogni anno a molte migliaia, ma solamente una manciata descrive accuratamente il mio deficit uditivo. Più del 90% sono così inaccurati che sembrerebbe impossibile che io possa essere musicista. Questa pagina web è preparata per mettere in chiaro le cose e permettere alla gente di godere dell’esperienza di essere intrattenuta da una musicista in continua evoluzione piuttosto che da un capriccio o miracolo della natura.
La sordità è in genere non capita a sufficienza. Per esempio comunemente si crede che la gente con sordità viva in un mondo di silenzio. Per comprendere la natura della sordità, per prima cosa bisogna comprendere la natura dell’udito.
L’udito è fondamentalmente una forma specializzata di tatto. Il suono è semplicemente aria in vibrazione che l’orecchio raccoglie e converte in segnali elettrici che vengono interpretati dal cervello. Il senso dell’udito non è l’unico senso che può far questo, anche il tatto lo fa. Se voi siete per la strada e un grosso autocarro vi passa accanto, voi ‘udite’ oppure ‘sentite’ le vibrazioni? La risposta è entrambe le cose. Con frequenze di vibrazione molto basse, l’orecchio comincia a diventare inefficiente e la parte del senso del tatto del resto del corpo comincia a funzionare al suo posto. Per qualche ragione noi tendiamo a fare una distinzione tra udire un suono e sentire una vibrazione ma in realtà sono la stessa cosa. E’ interessante notare che in italiano questa distinzione non esiste. Il verbo ‘sentire’ significa udire e lo stesso verbo nella forma riflessiva ‘sentirsi’ significa sentire. La sordità non significa che non puoi udire, ma solamente che c’è qualcosa che non va con le orecchie. Perfino chi è totalmente sordo può ancora udire/sentire suoni.
Se noi tutti possiamo ‘sentire’ vibrazioni a basse frequenze, perchè non possiamo ‘sentire’ quelle alte? Io credo che possiamo, è proprio che, quando le frequenze diventano più alte e le nostre orecchie diventano più efficienti, loro soffocano il sottile senso del ‘sentire’ le vibrazioni. Ho passato molto tempo nella mia giovinezza (con l’aiuto del maestro Ron Forbes della mia scuola di Percussioni) a perfezionare la mia abilità di avvertire le vibrazioni. Stavo con le mani appoggiate sul muro della classe dove Ron suonava i timpani (i timpani producono un gran numero di vibrazioni). Alla fine riuscivo a distinguere la parte più ‘ruvida’ dell’altezza delle note associando il luogo del mio corpo su cui avevo sentito il suono con quello che sapevo essere l’altezza giusta della nota prima di perdere l’udito. I suoni gravi / bassi li sento principalmente nelle gambe e nei piedi ed i suoni alti in posti particolari come sulla faccia, sul collo e sul petto.
È opportuno precisare a questo punto che io non sono totalmente sorda, ma profondamente sorda. La sordità profonda copre un vasto spettro di sintomi, anche se comunemente sta a significare che la qualità del suono udito non è sufficiente a consentire di comprendere il linguaggio parlato soltanto attraverso il suono. Senza altri suoni che producono interferenze, solitamente io posso udire qualcuno che sta parlando anche se non posso comprendere ciò che dice senza l’input aggiuntivo della lettura labiale. Nel mio caso la quantità di volume è ridotta in confronto ad un udito normale ma cosa più importante, la qualità del suono è veramente povera. Per esempio quando un telefono squilla io sento una specie di leggero scoppiettio. In ogni caso, è un tipo particolare di scoppiettio che io associo al telefono così che io so quando il telefono squilla. Questo praticamente è lo stesso modo in cui la gente con udito normale percepisce il suono del telefono, che fa un particolare tipo di squillo che noi tutti associamo al telefono. Io posso infatti comunicare con il telefono ma per farlo uso un codice particolare che si basa sul battere con una penna sul trasmettitore. In questo caso io sento come dei cliks. In base al numero delle battute o al ritmo che io utilizzo posso comunicare una manciata di parole.
Fin qui, noi abbiamo l’udire i suoni e il sentire le vibrazioni. C’è un altro elemento da aggiungere all’equazione, la vista. Noi possiamo anche vedere cose che si muovono e vibrano. Se io vedo vibrare la membrana del tamburo o del cimbalo o ugualmente se vedo le foglie di un albero che si muovono nel vento, il mio cervello subcoscientemente crea un corrispondente suono. Una comune e maligna domanda da parte degli intervistatori è: ‘come puoi essere una musicista se non puoi udire quello che suoni?’ La risposta naturalmente sarebbe che non posso essere una musicista visto che non sono in grado di udire. Un’altra frequente domanda è: come fai a sentire quello che suoni? La risposta logica a questo è: come fanno tutti quanti a sentire? Un segnale elettrico è generato nell’orecchio e svariati bit di altre informazioni da altri sensi tutti insieme sono inviati al cervello che poi processa i dati per creare un’immagine di suono. I vari processi implicati nell’udire suoni sono veramente complessi ma noi facciamo tutto subcoscientemente e raggruppiamo questi processi insieme e li chiamiamo semplicemente ‘ascoltare’. La stessa cosa vale per me. Alcuni dei processi o l’informazione originale possono essere differenti ma per udire il suono quello che io faccio è ‘ascoltare’. Sul mio udire io ne so esattamente quanto tu ne sai sul tuo.
Come puoi notare stiamo finendo col fare filosofia. Chi può dire che quando due persone normalmente udenti odono un suono, odono lo stesso suono? Io direi che l’udito di ciascuno è differente. Tutto quello che possiamo dire è che l’immagine del suono costruita dal loro cervello è la stessa, così che non sembra esserci apparentemente alcuna differenza. Per me, come per ciascuno di noi, io sono migliore per certe cose col mio udito più di altri. Ho bisogno di leggere le labbra per comprendere il linguaggio parlato ma la mia consapevolezza dell’acustica nella sede di un concerto, è eccellente. Per esempio, qualche volta descrivo un’acustica definendola come aria diventata più tangibile.
Per riassumere, il mio udito è qualcosa che disturba di più gli altri che me stessa. Ci sono un paio di inconvenienti ma in generale non affliggono più di tanto la mia vita. Per me la mia sordità non è più importante del fatto che sono una donna con gli occhi marroni. Certo, qualche volta devo trovare soluzioni ai problemi correlati al mio udito e alla musica ma questo è ciò che fanno tutti i musicisti. La maggior parte di noi conosce veramente poco sull’udito anche se lo usiamo continuamente. Ugualmente, io non so granché sulla sordità e per di più non ne sono particolarmente interessata. Ricordo un’occasione in cui, contrariamente al mio carattere, mi sono sconvolta quando un reporter continuava a porre domande solo sulla mia sordità. Gli risposi: ‘ se vuole saperne di sordità, si rivolga ad un audiologo. La mia specialità è la musica.’
In questa pagina web ho cercato di spiegare qualcosa che trovo veramente difficile da spiegare. Nessuno realmente comprende come io faccia quello che faccio. Per favore, godetevi la musica e dimenticate il resto. Questo saggio può essere citato da giornalisti e scrittori ma per favore fate riferimento a Evelyn e al suo sito.>
(traduzione a cura di Enrica Rèpaci)
L’articolo originale in inglese è nel sito di Evelyn Glennie
http://www.evelyn.co.uk/hearing_essay.aspx