Hans G. Furth, Pensiero senza linguaggio
Implicazioni psicologiche della sordità
Collana Medico Pedagogogica a cura di Giovanni Bollea, Vol. 34
Ed. Armando Armando 1971
Psicologia, filosofia, pedagogia, antropologia, linguistica, ricerche mediche sull’udito e sulla parola si fondono in questa opera, nella quale l’autore Hans G. Furth sviluppa originali temi rimanendo sempre su un piano scientifico aggiornatissimo, e ponendo alla base del suo lavoro una serie di dodici esperimenti la cui peculiarità consiste nel ricorso a procedimenti <non verbali> nei vari campi del comportamento intellettuale di udenti e non udenti, nell’arco di tempo che va dall’età prescolastica al periodo universitario.
"La storia dei sordi non è ancora stata scritta. Il passato ci dice poco su di loro" scrive l’Autore; e quello che sappiamo riflette non pochi pregiudizi di natura psicologica e sociale che questo libro sottopone a critiche radicali e documentatissime.
Le teorie di Whorf e Sapir, quale base utile per numerosi esperimenti di linguistica; le ricerche di Piaget, di Werner, di Bruner sullo sviluppo cognitivo che si collegano alle esperienze sui rapporti tra comportamento verbale e non verbale; gli studi recenti di psicolinguistica; gli studi comportamentistici di Skinner e di Osgood; le ricerche specifiche del Centro per la ricerca sul pensiero e linguaggio della Catholic University di Washington: sono tutti punti di partenza dai quali si muove Furth al fine di scoprire quale influsso abbia la privazione del linguaggio sullo sviluppo intellettivo dei sordi, quale sia l’effettivo rapporto tra linguaggio e pensiero e quali riflessi se ne possono trarre a livello di tecniche educative da seguire sia per i bambini sordi sia per gli udenti.
Dall’esame storico e dai dati desunti dalle esperienze proprie e di altri studiosi, l’Autore ricava conclusioni pratiche e formula precisi suggerimenti soprattutto per la educazione intellettuale.
La conclusione fondamentale, e per taluni aspetti, rivoluzionaria, della sua ricerca sul rapporto tra linguaggio, simbolo e pensiero, riteniamo possa essere espressa da quanto si legge nelle ultime pagine del libro: "… L’organizzazione interiore dell’intelligenza non dipende dal sistema del linguaggio; al contrario, la comprensione e l’uso del linguaggio già pronto dipendono dalla struttura dell’intelligenza". Ed un approccio non verbale al pensiero, in base a esemplificazioni o esperienze dell’Autore, può anche contribuire ad "evitare i tranelli dell’introspezione" e ad "infrangere le limitazioni imposte da assunti filosofici non analizzati".
E’ questo, insomma, non solo un libro specialistico per educatori di non udenti, ma una ricerca di eccezionale interesse per studiosi di problemi linguistici ad ogni livello e per educatori di ogni settore poichè consente di giungere ad una "comprensione più chiara della funzione del linguaggio in rapporto al pensiero".
Hans G. Furth (Vienna 1920 – Takoma Park/Maryland 1999)
Professore Emerito alla Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica d’America a Washington D.C.